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La notte della Focara di Novoli

Novoli

Una festa le cui origini si perdono nel tempo. Nel cuore del Salento, a pochi chilometri da Lecce sorge il piccolo comune di Novoli, famoso per la produzione di vini di qualità come il Bianco Salento o il Rosso Salento Negroamaro è nota anche e sopratutto per i cosiddetti “Giorni del Fuoco”.

Sant’Antonio Abate (251 circa – 17 gennaio 357), detto anche Sant’Antonio del Fuoco, è patrono della città di Novoli dal 1644 e a lui sono dedicate una maestosa chiesa risalente al XVII secolo e la tradizionale “Focara”.
I festeggiamenti dedicati al Santo patrono hanno inizio ogni anno, dal 1905, il giorno dopo l’Epifania e durano fino al 18 di gennaio…13 intensissimi giorni per i novolesi, ma anche per i numerosi turisti che intervengono da ogni parte del meridione e non solo, per prendere parte a cerimonie, rituali, feste, mostre, rassegne enogastronomiche e culturali, convegni, concerti e molto altro.

Com’è noto, infatti, Sant’Antonio Abate è il protettore degli animali da stalla e da cortile, perciò il giorno della Vigilia della festa si rinnova una tradizione di origini antichissime: la benedizione degli animali domestici.
Segue la benedizione una interminabile processione capeggiata dalla statua del Santo, che si snoda lungo le strade di Novoli fino a raggiungere piazza Sant’Antonio Abate.

Ed eccoci al momento più spettacolare della festa, il momento in cui il Salento, meta turistica tra le più ricercate in estate si risveglia dal letargo dei mesi invernali riscaldato dal tepore emanato dalla Focara, una pira alta circa 20 metri, costruita in Piazza Tito Schipa tramite l’incastro minuziosissimo di circa 90.000 fascine fatte di tralci di vite secchi.
L’originaria forma a cono è stata sostituita negli anni con l’attuale forma piramidale costituita da strati di diametro sempre più piccolo che culminano con una bandiera in cui è rappresentata l’immagine del Santo.
Questo monumento, che inizia ad essere innalzato il 7 gennaio viene incendiato alle ore 20.00 del 16 gennaio ovvero la sera che precede l’anniversario della morte di Sant’Antonio Abate e l’accensione è un momento imperdibile, di grande effetto, perché ad accendere il falò sono i fuochi d’artificio che si innalzano dalla Focara stessa.

La pira arde ed illumina la notte novolese creando una vera e propria “pioggia di fuoco” e mentre le cosiddette “fasciddre” volteggiano in aria la festa entra nel vivo con i canti tradizionali e le imperdibili “sardizze ‘rustute” e “mieru” ovvero salsicce alla brace e vino.