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Domus s. stefano

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Sepino

Domus s. stefano

Ammessi animali di piccola taglia / Localita' di montagna


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L’area archeologica di Sepino, fotogrammi dall’antichità

Sepino

Terravecchia e Altilia. La moderna Sepino sorge su un’altura del Massiccio del Matese ed è circondata da una fitta distesa di boschi verdeggianti. Sebbene passeggiando lungo le strette viuzze del centro storico si abbia l’impressione di trovarsi proiettati nel medioevo, le origini della cittadina sono molto più antiche e si perdono nei secoli tra mistero e leggenda.

L’antica Saepinum sorge a circa tre chilometri dal centro storico della moderna Sepino ed è suddivisa in due grandi aree archeologiche: Terravecchia e Altilia.

Terravecchia sorge a ridosso di un’altura ed è stata edificata dai Sanniti tra il IV ed il V secolo a.C. per scopi militari. In particolar modo le imponenti mura di cinta a doppia cortina giocavano un importante ruolo nella difesa del territorio.
Seguendo il tortuoso perimetro delle mura, lunghe circa 1500 metri, si incontrano tre porte: la Postierla del Matese, la Porta dell'Acropoli e la Porta del tratturo.

Altilia corrisponde alla vera Saepinum romana, nata come “saepio”, ovvero recinto per gli animali in transumanza e per le mercanzie che provenivano dal Mediterraneo, divenne, nel I secolo d.C., un vero e proprio polo rurale e commerciale.
Durante l’impero di Augusto Saepinum fu fatta municipio e venne dotata delle spesse mura perimetrali che sono ben distinguibili anche da lontano. Le quattro porte di accesso alla città corrispondono agli assi stradali della città, il Cardo ed il Decumano, e sono: la Porta Boiano, la Porta Benevento, la Porta Tammaro e la Porta Terravecchia. Queste vengono alternate da 35 torri cilindriche di avvistamento, 27 delle quali si sono mantenute in buono stato.

All’interno delle mura si possono ammirare i resti delle case coloniche, il Foro, i mausolei, la necropoli e le terme.
Il Foro conserva ancora il pavimento originale in lastroni di pietra calcarea, su di esso si trovano i ruderi dalla Curia, del Capitolinum, dell’arco onorario e della Basilica. Quest’ultima sorge sul Decumano e di essa sono ancora visibili le venti colonne di ordine ionico.
Poco distante dalla Basilica sorgono il mercato (Macellum), fulcro del commercio, in cui avvenivano gli scambi degli alimenti e degli altri beni di uso quotidiano, e la Fontana del Grifo costruita tra il I ed il II secolo d.C. da Ennio Gallo ed Ennio Marso.

Le Terme si trovano sul lato destro del Decumano e sono costituite da una serie di vasche che contenevano acqua portata a diverse temperature: frigidarium, calidarium e tiepidarium. Sono ancora visibili la bocca del forno e le colonnine che reggevano il pavimento sotto il quale circolava l’aria calda.
Oltre a queste sono state identificate altre due strutture termali situate rispettivamente lungo le mura tra Porta Torrevecchia e Porta Benevento e lungo il Decumano.

Molto ben conservato è anche il Teatro di cui rimangono sia la scena che la platea in pietra. Il Teatro è addossato alle mura di cinta ed è circondato da case; si stima che potesse contenere circa 3.000 spettatori i quali potevano raggiungere i propri posti attraversando vari corridoi semicircolari decorati con lapidi, colonne e capitelli.

Infine, merita una visita la Necropoli con i due Mausolei: Tomba dei Numisi e Mausoleo di Caio Ennio Marso. Il primo risale al I secolo d.C., è a forma di parallelepipedo ed è intitolato a Publio Numisio Ligo, un grande magistrato dell’epoca.
Il secondo, di epoca augustea, ha una pianta quadrata e gli angoli anteriori sono decorati con 2 grandi leoni in procinto di schiacciare le teste dei nemici.

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